Cilento Faber: i giovani, pionieri di una nuova sostenibilità - Presentazione Cappella del Crocefisso e Conservatorio di Santa Caterina
La cappella, oggi nota come del Crocefisso, in realtà è stata sin dall’origine dedicata a Santa Caterina di Alessandria cui era ed è intitolato anche il complesso edilizio di cui fa parte, ossia il Conservatorio fondato a Capocasale nel 1626, come ricorda l’iscrizione posta proprio sulla porta di ingresso: IUS PATRONATUS UNIVERSITATIS CORINOTORUM A.D. MDCXXVI DIE X APRELIS (di proprietà della università di Corinoti , anno domini 1626 giorno dieci aprile). Da essa si evince che i cittadini del casale di Spio (che insieme a Corinoti costituirà poi l’attuale Vallo della Lucania) non avevano partecipato alla fondazione (esistendo una antica rivalità con l’altro casale).
L’atto di fondazione fu redatto il venerdì santo 10 aprile 1626 dal notaio Fabrizio Molinaro di Vallo. Le più importanti famiglie di Vallo donarono terreno e danaro al monastero, riservandosi talora il diritto di farvi entrare le proprie figlie femmine.
Nonostante le copiose donazioni, ancora nel 1684, quando il vescovo Mons. Giovanbattista De Pace venne a Vallo per la Visita, il convento non era stato completato (probabilmente per gli effetti deleteri, anche economici e non solo demografici, della peste che nel 1656 aveva percorso il Regno di Napoli, facendo oltre 200.000 morti).
Mons. De Pace completò a sue spese il convento e dotò in particolare la chiesa dei quadri, che ancora oggi vi sono esposti, della Natività di Cristo, della Natività di Maria, di S. Barbara, di S. Nicola, di S. Orsola e il compianto del Cristo Morto (quest’ultimo è stato attribuito di recente a Giovanni Bernardino Azzolino o Azzolini, Cefalù, 1572 – Napoli, 12 dic. 1645), un altro dipinto eguale si trova nella chiesa dei Girolamini di Napoli.
Allo stesso modo Mons. De Pace acquistò (per ducati 203) il Crocefisso a grandezza naturale attribuito al noto scultore napoletano Giacomo Colombo (Este, 1663 – Napoli, 1731, autore di altre opere simili a Capri, chiesa di Santo Stefano; Fano, Basilica di San Paterniano; Martina Franca, – chiesa di San Francesco d’Assisi, S. Arsenio chiesa di Santa Maria Maggiore) , di pregevolissima fattura ed in ordine al quale si è scritto essere stato scelto dalla Sovrintendenza per l’esposizione alla Mostra Universale di Siviglia nel 1992.
Il crocefisso, dopo i lavori eseguiti nel 1949, è stato posizionato sopra l’altare maggiore, lì dove in precedenza si trovava il quadro di Santa Caterina di Alessandria, questo oggi invece collocato al centro del soffitto che, prima dei lavori, era a volta e non in piano; la sua trasformazione ha consentito di realizzare ex novo il terzo piano dell’intero edificio. Nella stessa occasione furono eliminati gli altari laterali (sotto i quadri già citati).
Particolare interesse, oltre ai quadri ed al Cristo crocefisso, destano due statue lignee ed una in pietra ritrovate murate nella sagrestia retrostante la cappella. Non vi è unanimità di opinioni circa la loro datazione ed attribuzione. Il 22 giugno 2022, il professore Riccardo Naldi, dell’Università degli Studi di Napoli L'Orientale, attraverso foto dettagliate e il confronto iconografico con altri manufatti dello stesso artista, ha manifestato il parere che sia la statua lignea della Madonna delle Grazie, collocata nella omonima chiesa, che le due statue lignee della cappella del Crocefisso siano opere di primo piano dello scultore cinquecentesco Giovanni da Nola (1488 – 1558).
Queste due statue, secondo lo studioso, rappresenterebbero S. Sofia e S. Giovanni Evangelista confermando l’ipotesi che le tre opere siano le uniche superstiti del polittico scultoreo, collocato sopra il Tabernacolo e l’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di cui parla il can. Giovanni Maiese nel suo libretto “La Chiesa della Madonna delle Grazie di Vallo della Lucania”, pubblicato nel 1919, citando al riguardo la relazione del Vicario Episcopale Bartolomeo Piccinini che visitò la chiesa nel 1631.
L’altra statua, in pietra, non datata né attribuita, rappresenta una madonna con il bambino e richiama stilemi medioevali.
Nel corso dell’Ottocento, ha lavorato nella cappella anche il pittore vallese Salvatore De Mattia, realizzando due quadri posti in alto ai lati dell’altare centrale, il martirio di Santa Lucia e l’Assunzione di Maria.
In alto a sinistra, lungo la parete, vi era la cantoria, oggi nascosta al pubblico da una intelaiatura. Nella cappella era presente un organo positivo, del 1810, opera del maestro vallese Silverio Carelli, trasferito da qualche anno nella vicina Cattedrale di S. Pantaleone, restaurato ed utilizzato.
Mons. De Pace, che stabilì la sua residenza nel convento e vi morì nel 1698, non aderì alla proposta del popolo di ricordare con una lapide il suo nome ed il suo impegno per la chiesa e aggiunse che i marmi più durevoli e più belli sono quelli che vengono scelti nel cuore degli uomini, mediante l’esempio di opere virtuose.
Le suore entrarono nel convento nel 1719. Le prime dodici venivano mantenute con le rendite del convento, mentre l’ammissione delle successive era subordinata alla prestazione di una dote di 300 ducati, se vallesi di nascita, 400 ducati se forestiere, oltre il corredo di abiti, letto e biancheria. Osservavano la clausura (ancora esiste dietro l’altare la grata attraverso la quale ricevevano la comunione) ed alla loro morte erano seppellite nella chiesa, come ricorda anche la lapide posta sulla parete a destra appena entrati in chiesa.
Salita una scenografica scala dalla piazza si accede all’atrio comune, di qui, di fronte all’ingresso, alla cappella e, a sinistra al chiostro con il pozzo centrale e l’accesso ai locali adibiti un tempo a deposito, cantina, cucina e refettorio. Attigua alla porta di ingresso una scala a due rampe porta al piano superiore dove erano sistemate le suore distribuite in 28 celle. Il terzo piano è stato realizzato dopo il 1949.
L’istituzione, sempre in mano pubblica, vide scemare nel tempo la presenza delle monache ed il complesso fu gradualmente trasformato, a partire dalla seconda metà dell’800, in scuola elementare, quartiere militare (dal che il nome di Piazza d’Armi al vicino spazio oggi adibito a parcheggio), asilo di infanzia.
Negli anni ’40 il Conservatorio è divenuto parte degli Istituti Riuniti Mons. Alfredo Pinto e Asilo di S. Caterina, venendo destinato, al primo piano (a fianco della Cappella del Crocefisso) a scuola media (A. Torre) al secondo piano a sede del Tribunale ed all’ultimo piano a sede di un orfanotrofio maschile.
I tanti usi e riusi del convento non impediscono di identificare ancor oggi la struttura degli ambienti del primo piano, tutti con volta a botte, ed il chiostro centrale con un bel pozzo in pietra. Anticamente esisteva un passaggio diretto tra il convento e la cappella, da tempo chiuso.
Il Comune di Vallo della Lucania negli anni ’70 del ‘900 intentò, senza esito positivo, una causa contro gli Istituti Riuniti Pinto e S. Caterina volta a dimostrare che i locali del piano terra (oggi adibiti a negozi) primo e secondo piano erano di proprietà comunale.
Attualmente la Cappella è in uso all’Arciconfraternita di S. Pantaleone.
Gaetano De Luca, 2023
Bibliografia essenziale:
D. Giovanni Maiese, Notizie Storiche intorno alla Baronia di Novi Velia ed alla città di Vallo della Lucania, a cura di Luigi Rossi, Edizioni Centro di Promozione Culturale per il Cilento, 2016, pag. 59 ss.
Vincenzo Bruno, La Cappella del Crocefisso, opuscolo autorealizzato;
Manlio Morra, Miracolo a Vallo: il Crocifisso di Santa Caterina, articolo pubblicato sul WEB il 13 giugno 2021;
Madonna delle Grazie 2022: un “quasi Decennio” a Vallo, articolo pubblicato sul WEB il 6 luglio 2022;
Soprintendenza B.A.A.A.S. di Salerno,
Il Cilento ritrovato, la produzione artistica nell’antica diocesi di Capaccio , Electa Napoli, 1990, pag. 97.
Gianluca Forgione Dizionario Biografico degli Italiani Volume 86 (2016) da https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-bernardino-ragano_%28Dizionario-Biografico%29/
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Iniziativa promossa dal Comune di Vallo della Lucania, con il contributo della Regione Campania, nell’ambito della seconda edizione di “Cilento Faber. I Giovani, Pionieri di una nuova sostenibilità”
mercoledì 16 luglio 2025 19:42:44